Le scadenze quadriennali di tutti gli Organismi Sportivi, a tutti i livelli, hanno portato o stanno portando alla programmazione delle relative assemblee elettive per il loro rinnovo. Proprio l’avvicinarsi di questi appuntamenti ha spinto il Prof. Dino Ponchio a candidarsi per la presidenza del Coni Veneto. Sposato, padre di una figlia e nonno di Riccardo e Giacomo, Ponchio è nato a Cartura Padova il 9 maggio 1946. Si definisce “atleta scarso, ma innamorato dell’atletica”. Insegnante di Educazione Fisica e Tecnico di Atletica Leggera, ci racconta in esclusiva come è nata la sua decisione di ‘scendere in campo’ per la tutela e la promozione dello sport Made in Veneto.
Ponchio, perchè ha deciso di mettersi in gioco per la presidenza del Coni Veneto?
«Ho maturato questa decisione dopo l’attenta analisi e riflessione sull’attuale delicata e difficile situazione dello sport e, in generale di tutta la società, accentuata dalla pandemia Covid. In ambito sportivo, ad essere sinceri, ci sono delle criticità derivanti dalla riforma Coni. Negli ultimi tempi inoltre abbiamo assistito alla fase ‘dura’ – nei confronti del Coni – per quanto riguarda l’applicazione della riforma governativa, in particolare nel lasciare a livello territoriale delle competenze tecnico-organizzative. Questo, oltre le premesse iniziali, mi ha stimolato molto e convinto a mettermi a disposizione del movimento sportivo Veneto».
Una decisione meditata quindi…
«Certo, che deriva anche dalla constatazione che stiamo vivendo un periodo storico epocale. Quando, prima o poi, ci lasceremo questa pandemia alle spalle, nulla sarà più come prima, sia nella vita sia nello sport. Ritengo quindi sia arrivato il momento di avere idee chiare e di essere concreti; dobbiamo limitare i danni, anzi, se possibile, estrarre dalle difficoltà delle opportunità. In questo senso, con la squadra che mi affiancherà e con l’aiuto dello sport veneto, dovremo trovare risposte a problemi nuovi e mai affrontati prima».
Coinvolgendo anche realtà ‘fuori’ dal mondo dello sport…
«Si, dovremo essere così bravi a ‘costringere’ ad interagire con noi anche Regione, Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private, affinché ci supportino. È appurato che lo sport non è più solo attività ludica, sportiva, motoria e agonistica ma rappresenta un bene primario: è agenzia educativa, è risposta a bisogni sociali. Su questi temi si potrà e dovrà basare la futura azione del Coni. Un Coni di servizio e al servizio dello sport e di tutta la società».
Quale deve essere il ruolo del presidente Coni Veneto?
«Di certo non un uomo solo al comando. Il presidente del Coni Veneto deve essere un rappresentante del movimento sportivo, della sua forza, dei suoi valori e delle eccellenze espresse da sempre dal ‘popolo sportivo veneto’. In questa direzione va infatti la mia bozza di programma, una serie di proposte aperta alle idee di chi vorrà interagire con me, suggerimenti che verranno vagliati e recepiti assieme agli amici che mi stanno già aiutando in questa avventura. Se verrò eletto punterò ad una gestione del Coni in evoluzione. Un Coni ‘del fare e non del dire’, quello dell’essere e non dell’apparite. Sembrano slogan, ma sono in realtà quello che vorrei fare. Quindi porte aperte in sede e uffici che diventino ancor di più di servizio e al servizio del mondo dello sport e “sportelli” di consulenza, di supporto e aiuto per le Società e Dirigenti che si trovano ad affrontare un periodo durissimo per tenere in vita le loro realtà associative. Un Coni quindi che svolga quel ruolo di coordinamento che gli spetta da statuto, ma che può e deve meritarsi nei fatti” e nel rapporto non formale ma nel merito dei problemi con tutte le Federazioni».
Quanto la può agevolare, in ottica presidenza, la sua esperienza come dirigente sportivo?
«Non nascondo che l’esperienza decennale che ho maturato quale Direttore Scientifico della Scuola Regionale dello Sport – che lascerò come già annunciato a inizio anno – mi ha molto aiutato a cogliere e capire le tante sfaccettature del nostro mondo, con le sue naturali differenze nelle attività, ma con problematiche spesso comuni. A questa trasversalità di interessi e problemi dovremo riferirci in futuro per operare delle economie di scala che, mai come ora, si rendono necessarie. Nel fare questo passo sono stato sostenuto, appoggiato e incoraggiato, da molti amici che ho contattato in modo informale prima di muovermi ufficialmente. Non nascondo che è anche mia intenzione continuare nel solco tracciato con grande capacità e maestria da chi mi ha preceduto, cercando, naturalmente, di mettere del mio e avere un grande aiuto dalla squadra che mi affiancherà».
Che gestione del Coni Veneto proporrà nel caso venisse eletto?
«Tenderò, se eletto, a una gestione in evoluzione del Coni. Un Coni che abbia come dna, quello del fare e non del dire, quello dell’essere e non dell’apparite. Sembrano slogan, ma sono in realtà quello che vorrei fare. Porte aperte in sede quindi e uffici che diventino veri e proprio sportelli di consulenza, supporto e aiuto per le Società e Dirigenti che si trovano ad affrontare un periodo durissimo per tenere in vita le loro realtà associative. Un Coni che svolga quel ruolo di coordinamento che gli spetta da statuto, ma che può e deve meritarsi nei fatti, interagendo ed entrando nel merito dei problemi del nostro mondo».
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Chi è Dino Ponchio
Sposato, padre di una figlia e nonno di Riccardo e Giacomo, Dino Ponchio (nato a Cartura Padova il 9 maggio 1946) si definisce “atleta scarso, ma innamorato dell’atletica” che pratica al Cus Padova. Insegnante di Educazione Fisica, Tecnico di Atletica Leggera diventa:
– Direttore dei Centri Giovanili del Comune di Padova
– Tecnico Nazionale Fidal e percorre tutti i ruoli (Fiduciario Tecn. Regionale
– Tecnico Nazionale
– Responsabile del Settore Salti e Programmatore
– Commissario Tecnico Nazionale;
– Direttore Tecnico Nazionale
– Direttore Area Tecnico-Organizzativa
– Consigliere del Presidente
– Coordinatore del Centro Studi e Ricerche; Responsabile Progetti Speciali e 3°Missione. Inoltre è Componente della C.V.D. (Commissione Vigilanza Doping del Ministero della Salute), Presidente e Delegato Coni Padova, Direttore Scientifico Scuola Regionale dello Sport del Veneto, Relatore a “corsi e convegni” di livello: Reg.le/Naz.le/ Int.le, Organizzatore di eventi sportivi e attività di formazione a tutti i livelli. Ha partecipato, come tecnico ufficiale, a 6 Olimpiadi, 12 Campionati del Mondo di Atletica (outdoor e indoor), 11 Campionati Europei di atletica leggera, 6 Universiadi e 7 Giochi del Mediterraneo. Ha ottenuto, da atleti/e direttamente allenati/gestiti come Responsabile tecnico federale oltre 200 medaglie nelle rassegne sopra descritte.
È stato insignito, per meriti atletici e sportivi, della Quercia di 1°/2°/3° grado Fidal e Stella di 1°/2°/3° grado Coni.