Pubblichiamo una mail inviata in Redazione da una nostra lettrice in merito all’iniziativa “Tamponi dello spritz” svoltasi ieri, sabato 20 febbraio, in Piazza delle Erbe a Verona.
Gentilissimo Direttore,
sul covid mi sono sempre fatta i cavoli miei, badando a informarmi e a comportarmi nel modo più corretto possibile, per me e per gli altri.
Non commento sui social, non guardo ossessivamente TG e affini, ma ieri ho fatto un’esperienza diretta che mi ha spinto a scrivervi.
Sono stata in Piazza Erbe a fare il tampone rapido, costo orario dell’operazione 1 ora, da quando mi sono messa in fila a quando mi è stato consegnato il referto (negativo).
In quell’ora, a parte aver visto decine di persone che facevano le foto a quelli in coda per fare il tampone, chiedendomi che gusto/senso ci fosse e che cavolo se ne facessero, ne ho viste molte ma molte di più ammassate nei locali della piazza.
Sedute a gruppi, senza mascherina in un ‘Tetris’ di tavolini incastrati che, col cavolo il distanziamento sociale!
Non mi interessa fare polemica, ma se questo è quello che succede nel mondo “normale”, che di solito non frequento perché me ne sto molto più spesso per i fatti miei, credo che sia sacrosanta una rivendicazione da parte dello sport per la ripresa dell’attività, la riapertura delle palestre, dei centri sportivi, delle piscine.
Gli sportivi sono senz’altro più disciplinati e sensibili e le strutture sportive sono anche più facilmente predisposte all’igiene. Senza contare che la gradazione di benessere, salute e giusta interazione sociale è sicuramente più alta che non quella dell’aperitivo.
Ovviamente non devo certo convincere voi, ma vi chiedo se non ci siano delle azioni che sia possibile intraprendere per stimolare una reazione e una presa di decisione a livello regionale.
Grazie. Daniela
(foto tratta da servizio di TGVerona